Shutter island. L'isola della paura by Dennis Lehane

Shutter island. L'isola della paura by Dennis Lehane

autore:Dennis Lehane [Lehane, Dennis]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Thriller Psicologico
pubblicato: 2013-12-08T23:00:00+00:00


«Oh, Gesù!»

Teddy si sollevò a sedere. Stava piangendo. Aveva la sensazione di essersi obbligato a svegliarsi, di aver strappato il suo cervello all'oblio soltanto per uscire da quell'incubo. Poteva sentirlo in fondo alla sua mente, in attesa, con le porte spalancate. Non doveva fare altro che chiudere gli occhi e rimettere la testa sul cuscino e ci sarebbe rientrato subito, nell'incubo.

«Tutto okay, agente?»

Teddy batté le palpebre nell'oscurità. «Chi è?»

Cawley accese una piccola lampada. La lampada era accanto alla sedia nell'angolo della stanza. «Mi dispiace. Non volevo spaventarla.»

Teddy si sollevò a sedere sul letto. «Dà quanto sono qui?»

Cawley gli rivolse uno stentato sorriso di scusa. «Le pillole erano un po' più forti di quello che pensavo. È rimasto privo di sensi per quattro ore.»

«Merda.» Teddy si stropicciò gli occhi con i palmi delle mani.

«Ha avuto degli incubi, agente. Pessimi incubi.»

«Sono in un ospedale psichiatrico su un'isola durante un uragano» disse Teddy.

«Touché» rispose Cawley. «Sono stato qui un mese, prima di riuscire a farmi una notte di sonno decente. Chi è Dolores?»

«Cosa?» sbottò Teddy, e mise le gambe giù dal letto.

«Continuava a ripetere il suo nome.»

«Ho la bocca secca.»

Cawley annuì e girò il corpo sulla sedia per prendere un bicchiere d'acqua dal tavolo accanto a lui. Lo porse a Teddy. «Un effetto collaterale, temo. Ecco qui.»

Teddy prese il bicchiere e lo vuotò in due o tre sorsi.

«Come va la testa?»

Teddy rammentò il motivo per cui si trovava in quella stanza e si prese qualche istante per fare l'inventario. Ci vedeva bene. Non sentiva più punture di spillo nella testa. Aveva lo stomaco un po' sottosopra, ma tutto sommato non andava male. Un vago dolore sul lato destro della testa, simile a un livido vecchio di tre giorni.

«Sto bene» disse. «Niente male, quelle pillole.»

«Il nostro scopo è fare del bene. Quindi, chi è Dolores?»

«Mia moglie» disse Teddy. «È morta. E... sì, dottore, sto ancora cercando di venire a patti con la sua morte. Va bene così?»

«Va benissimo, agente. E mi dispiace per la sua perdita. È morta all'improvviso?»

Teddy lo guardò e rise.

«Cosa?»

«Non sono dell'umore giusto per essere psicanalizzato, dottore.»

Cawley incrociò le caviglie e si accese una sigaretta. «E io non sto tentando di farlo, agente. Che lei ci creda o meno. Ma in quella stanza, stasera, è capitato qualcosa con Rachel. E non si trattava solo di lei. Mancherei ai miei doveri di terapeuta nei suoi confronti se non mi chiedessi che genere di demoni vi portate dietro.»

«Che cos'è successo in quella stanza?» domandò Teddy. «Stavo interpretando la parte che lei voleva che interpretassi.»

Cawley ridacchiò. «Suvvia, agente. Per favore. Se vi avessimo lasciati da soli, mi sta dicendo che vi avremmo trovati ancora con i vestiti addosso al nostro ritorno?»

«Sono un tutore della legge, dottore» disse Teddy. «Qualsiasi cosa lei creda di aver visto là dentro, si sbaglia.»

Cawley sollevò una mano. «Va bene. Come dice lei.»

«Come dico io» ribadì Teddy.

Cawley si rilassò e fumò la sigaretta osservando Teddy. Teddy poteva udire il fragore della tempesta all'esterno, poteva quasi sentirla premere contro le pareti, infilarsi nelle fessure sotto il tetto.



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